LAMPISTERIE

 DELLA AUTOPROMOZIONE ARTISTICA

Al pittore che si autopropone protagonista occasionale ed estemporaneo in spazi espositivi eterogenei, talvolta surroganti, marginali e marginalizzanti, è concesso di autopromuoversi, sponsorizzato da se medesimo, supportato soltanto dal gregariato della critica d’arte conoscitore del già noto, scrittore del già scritto, divulgatore del già divulgato e laudatore del già lodato. Gregario è sinonimo di ordinario, contrario di straordinario. E’ gregario, perciò, chi si aggruppa senza mai assumere il ruolo di leader. Così come è gregario chi emula prodezze altrui senza mai eguagliarle. Qualunque evento espositivo può essere potenziato e sovradimensionato con opportune iniziative tempestive e sinergiche, oltre che con astuti (intelligenti) accorgimenti gestionali: prima, durante e dopo. Purchè il potenziamento e il sovradimensionamento dell’evento espositivo sia concepito e realizzato da chi possiede sufficiente competenza specifica e sperimentata. Il consenso parentelare e il plauso della claque amicale non sovradimesiona. L’autoproposizione e l’autopromozione non potenziano l’iniziativa. Perché la gestione autarchica delle risorse personali depaupera il capitale e degrada la qualità della produzione.

SIANO IN TANTI A SCRIVERE

SIANO IN TANTI A SCRIVERE: di chi cerca e offre in Facebook opportunità di relazioni per romanzare il proprio vissuto quotidiano: relazioni terapeutiche per le proprie ansie, soddisfacenti per ogni bisogno personale (anche urgente o contingente) di comunicare.
SIANO IN TANTI A SCRIVERE: della interlocuzione attivata dai moniti di ogni moralista (solito) angosciato dai disagi scaturiggine di ogni raporto umano surrogato da amicizia virtuale.
SIANO IN TANTI A SCRIVERE: di chi considera i facebookamiciziati/e semplici e teneri/e single irreversibili che, accompagnati al (e dal) proprio monitor Led, chattericciano per buongiornarsi, risolvono quiz per autoanalizzarsi e postano commenti (con o senza immagini) soltanto per consentirsi evasioni dal micro universo amicale e parentelale che li/le reclude con la propria malinconia sentimentale e sociale.

DEL POETICHESE… DI GIORNATA

Il rischio di un “poetichese” di massa webizzato marginalizza chi scrive poesie, ma non legge libri scritti da Grandi Poeti, per non farsi influenzare nel momento in cui semantizza piccole esternazioni personali, incapace di poetare attivandosi dentro il linguaggio: nel senso della liberazione, della ribellione, della trasgressione, dell’eresia, della liberazione, dei grandi sogni, dell’utopia.
Nel web, dove sembrerebbe dominare il principio che uno vale uno, il risultato è spesso che tutto vale zero, destinato a connotarsi irrilevante. Poichè il web crea tunnel dove alcuni deambulano parlando a (e con) omologhi, presumendo di parlare al (e col) mondo.
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Predisposti a stupirci ed emozionarci… si può condividere soltanto il presente (l’oggi) propiziandosi (anche) la condivisione del futuro (il domani) e… considerando repertato e archiviato il passato.