LEGGENDO DELL’INDIANO “SUPER MASCHIO” NARRATO DA ALFRED JARRY (teatralizzato dagli attori del “Giardino Chiuso” per il Teatro di Vita”)

Marcueil si era spogliato perfino del ricordo del mondo. Non c’erano più che un uomo e una donna, liberi, l’uno davanti all’altra, per una eternità.

Era il “Finalmente soli” dell’uomo e della donna che rinunciano a tutto per isolarsi l’uno nella braccia dell’altro.

Cominciarono ad amarsi e fu come la partenza per una spedizione lontana, per un grande viaggio di nozze che non percorreva città ma tutto l’Amore.

Continuarono e ogni loro bacio fu uno scalo in un paese differente dove scoprivano sempre qualcosa di meglio.

Si respinsero precisamente nel momento in cui gli altri si si allacciano più strettamente, perché entrambi non pensavano che a se stessi e non volevano preparare altre vite.

Il secondo incontro, meglio assaporato, fu come la rilettura di un libro amato.

Ellen si rivelò cortigiana esperta, ma era così naturale!

Poi compì il gesto che non è permesso che alle “Sovrane”: s’inginocchiò davanti all’uomo.

Ellen carezzava Marcueil con trasporto. La sua bocca, mordace, ne voleva all’uomo di non essere ancora esausto. Non amava la sua compagna, se non si era ancora dato per intero, dato fino a non poter più dare!

L’Indiano si rovesciò in deliquio a più riprese, passivo ora come un uomo, ora come una donna…