MANZONIANI  ANTE 1963 SI POST 1963 NO COMPARANDO ESAMI SCIENTIFICI DEL R.I.S.

di Enzo Rossi-Ròiss
A questo punto del mio “dossieraggio” manzonologato, considero necessario dare inizio ai lavori per la realizzazione di un Tomo Terzo, presupponendolo contenitore di una ordinata documentazione relativa alle opere non archiviate dalla Fondazione Manzoni ancora in possesso di chi le ha acquisite e collezionate: corredate di mercanteggiamento inibito, malgrado gli accrediti peritali sottoscritti da manzonologi variamente curriculati ai quali si accompagnano, e le pubblicazioni che le riproducono non contestate & contrastate in tempi calendariali coevi.
Exemplari tutte le opere collezionate dal baritono Giuseppe Zecchillo, dal gallerista Gianni Schubert, dall’artigiano Esterino Clerici, dal medico africanista Alessandro Passarè, dalla fidanzata artista Nanda Vigo, dalla Galleria Blu di Milano, dai compaesani  soncinesi (Prospero Zuccotti docet) coetanei dell’artista Manzoni, dagli amici creativi sodali frequentatori del quartiere Brera e del Bar Giamaica argomento di un libro biografante intitolato “L’ultima linea di Piero Manzoni”, scritto dall’artista ambientalista Paolo Barrile, edito nel 1990 dal Gruppo Editoriale Jce, con una prefazione di Carmelo Strano.

Collezionisti e mercanti d’arte considerino meritorie le mie intenzioni e si attivino come divulgatori del progetto editoriale.

Proponendomi (ovviamente) come interlocutore impertinente e corrispondente referente, perchè abbia inizio (pour cause) la raccolta documentale relativa alle opere di Piero Manzoni considerate non archiviabili dalla Fondazione Manzoni e conseguentemente non mercanteggiabili.

Si attivi, perciò, chiunque possieda anche una sola opera manzoniana discriminata dalla Fondazione (familistica) Manzoni con diffida a mercanteggiarla pena una ordinanza di sequestro inoltrata alla Autorità Giudiziaria tutrice del patrimonio artistico nazionale.

Eseguita la raccolta documentale sarà agevole materializzarla concretizzandola con la pubblicazione di un Dossier Piero Manzoni TomoTerzo, e stimolare l’interesse di uno Studio Legale disponibile a intraprendere o promuovere un’azione collettiva, moralizzatrice e risarcitoria come ogni Class Action, per la tutela delle poche opere manzoniane d’annata ante 1963, smascherando le molte opere prodotte post 1963,  risultate così connotabili dopo aver dato credito ad esami scientifici comparati eseguiti ad hoc dai Carabinieri del RIS, sia delle opere “ante” sia delle opere “post”, su istanza sottoscritta da un cittadino italiano anagrafato il 14 settembre 1937 : Vincenzo Rossi come il suo nonno paterno casertano nato nel 1867 e morto “commesso ferroviere” a Barletta il 21 febbraio 1915, parente dei Rossi casertani comprensivi del giornalista economista antifascista Ernesto Rossi (1897 – 1967).