SETTE SCHEDE PER LA SEZIONE “SUICIDARIUM” DI UN LIBRO INTITOLATO “IL MALE OSCURO ZIBAL-ROISS-DONEGGIATO A GO-GO” DURANTE I LAVORI DI SCRITTURA IN CORSO PER LA SUA REDAZIONE

LUCIO ANNEO SENECA (4 a.C. – 65)
In latino Lucius Annaeus Seneca, noto anche come Seneca o Seneca il giovane
E’ stato un filosofo esponente dello stoicismo, drammaturgo romano politicizzato e poligrafo, simpatizzante di ogni impulso riformatore.
Fu costretto al suicidio dall’imperatore che lo considerò implicato in una congiura antagonista dei poteri in atto (nonostante si fosse già ritirato a vita privata).
Le motivazioni e le modalità suicidarie risultano narrate da Publio Cornelio Tacito negli “Annales XV,63”.
“Con l’aiuto del suo medico e dei servi, si tagliò quindi le vene, prima dei polsi, poi – poiché il sangue, lento per la vecchiaia e lo scarso cibo che assumeva, non defluiva – per accelerare la morte si tagliò anche le vene delle gambe e delle ginocchia, fece trasferire la moglie in un’altra stanza e ricorse anche ad una bevanda a base di cicuta, veleno usato anche da Socrate. Tuttavia nemmeno quello ebbe effetto: la lenta emorragia non permise al veleno di entrare rapidamente in circolo. Così, memore del suicidio di un amico, Marcellino, Seneca si immerse in una vasca d’acqua bollente per favorire la perdita di sangue «spruzzandone i servi più vicini e dicendo di fare con quel liquido libazioni a Giove Liberatore». Ma alla fine raggiunse una morte lenta e straziante, che arrivò, secondo lo storico, per soffocamento causato dai vapori caldi, dopo che Seneca fu portato, quando fu entrato nella tinozza, in una stanza adibita a bagno e quindi molto calda, dove non poteva respirare. I soldati e i domestici invece impedirono a Paolina, priva ormai di sensi, di suicidarsi, proprio mentre Seneca stava assumendo il veleno”.

TITUS PETRONIUS HARBITER (20 – 60)
E’ considerato l’autore latino del libro intitolato “Satyricon”: la prima traduzione in lingua italiana è stata edita a Milano nel 1476. Contemporaneo di Nerone per alcuni, suo postumo per altri, presuntivamente nato a Marsiglia, soprannominato Arbiter Elegantiae. Caduto in disgrazia presso l’Imperatore, si suicidò come nel brano trascritto qui di seguito, autore Umberto Limentani nel 1911.
“… fecesi tagliare le vene, poi legare, per iscioglierle a sua posta, e disse alli amici parole non gravi, né da riportarne lode di costante. E fecesi leggere non l’immortalità dell’anima, non precetti di sapienti; ma versi piacevoli”.

ANGELO FORTUNATO FORMIGGINI (1878 – 1938)
E’ stato un editore romano originario emiliano, apprezzato e bibliotecato dai bibliofili estimatori dei “Classici del Ridere” generati nel 1912. Ebreo discendente da un’antica e facoltosa famiglia (quinto e ultimo figlio di una famiglia ebraica con antenati originari di Formigine, da cui presero il cognome, un tempo gioiellieri degli Estensi e poi finanzieri), il 29 novembre 1938 acquistò un biglietto ferroviario di sola andata Roma-Modena. Raggiunta la città emiliana, si è suicidato precipitandosi dall’alto della Torre Ghirlandina per manifestare la propria disapprovazione delle leggi razziali emanate dal fascismo, lasciando scritta una lettera protestataria indirizzata a Benito Mussolini.
Galantuomo: “Con il senso preciso di una tensione profonda che per un verso metteva in discussione ogni antica certezza e tutta un’immagine classica della razionalità, e per un altro verso apriva le porte alla riscossa dell’irrazionalismo e del misticismo, mentre si affacciava conturbante la nuova problematica dell’inconscio e i nomi di Janet e Freud sembravano prendere il posto di quelli di Schopenhauer e di Von Hartmann”. (Eugenio Garin)

BILL MORROW ( ????-1962)
E’ stato un giovane pittore americano fascinoso, morto suicida nell’aprile 1962 precipitando dall’Empire State Building di New York. La scrittrice Elsa Morante (1912 – 1985) moglie di Alberto Moravia (1907 – 1990) lo ha incontrato nel settembre 1959, durante un soggiorno negli USA, instaurando un intenso rapporto di amicizia attrattiva. Tanto da persuaderlo a trasferirsi a Roma nel 1960, dove lo ha esibito nel Ninfeo di Villa Giulia durante gli incontri mondani del Premio Strega, e lo ha accreditato per una esposizione personale, ignorata dai giornali dell’epoca, presentatore Moravia, allestita negli spazi della Galleria La Nuova Pesa alcuni mesi prima del suicidio. Bill Morrow è stato, quindi, “…un Alain Delon più aristocratico, molto bello” – così descritto dalla giornalista Adele Cambrìa, meteora artistica e “…amore disperato” della Signora Moravia 5oenne, pittore in carriera collezionato e “cimeliabile” a futura memoria di un fatale rapporto sessuale. “Dopo la sua morte Elsa tentò di lasciarsi morire, rifiutava il cibo, Moravia l’imboccava col cucchiaino. Dopo molto tempo ricominciò a scrivere… E, per prima, scrisse quella poesia intitolata ADDIO che ha un verso ineludibile per chiunque abbia perduto un essere amato”. “Non fu platonico il rapporto di Elsa con Bill Morrow, il pittore americano che la raggiunse a Roma ai primi del ’60 e che tornato a New York si gettò dall’ Empire State Building”, ha scritto Enzo Siciliano, intimo della coppia. «Elsa entrò in un lutto lungo e disperato”.

Ma la tua morte cresce ogni giorno.

E in questa piena che monta io vado e mi riavvento

in corsa dirotta, per un segno,

un punto nella tua direzione.

(Frammento del poema “Addio”)

NERONE (37 – 68)

Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico, nato come Lucio Domizio Enobarbo (in latino: Nero Claudius Caesar Augustus Germanicus o Lucius Domitius Ahenobarbus.
E’ stato un imperatore romano, il quinto e ultimo imperatore delladinastia Giulio-Claudia
. Succeduto al padre adottivo Claudio nell’anno 54. Ha governato per circa quattordici anni.
Caduto in disgrazia, e deposto ufficialmente dal Senato, fuggì dal suo palazzo dove era rimasto solo e senza protezione, per morire 30enne suicida il 9 giugno
68, nella villa suburbana del liberto Faonte, pugnalandosi alla gola con l’aiuto del suo segretario Epafrodito. Prima di morire, secondo Svetonio, avrebbe pronunciata la frase Qualis artifex pereo! (“Quale artista muore con me!”).

MARK FISHER (1968 – 2017)

E’ stato uno scrittore inglese, critico e teorico della cultura, noto anche come “K-Punk”, autore di numerosi libri, tra i quali Realismo capitalista: non ci sono alternative? E’ morto 48enne il 13 gennaio 2017, poco prima della pubblicazione del suo ultimo libro “The Weird and the Eerie” (2017). Sua moglie ha confermato che si è suicidato. Le sue lotte con la depressione risultano analizzate in articoli e nel suo “Realismo capitalista”, dove sostiene che “la pandemia di angoscia mentale che affligge il nostro tempo non può essere correttamente compresa, o guarita, se vista come un problema privato sofferto da individui danneggiati”.
Caterina Serra ha così sunteggiato il suo pensiero:
Fischer dice che viviamo male, in una depressione di massa che ci fa cinici, allegri conformisti, narcisisti tossici intrappolati in solitarie reti fintamente sociali.
Fisher dice che possiamo attuare una strategia di resistenza e liberazione da quel “Non c’è alternativa” che il neoliberismo impone da almeno quarant’anni (dal 1977…).
Fisher dice che possiamo smontare l’ideologia capitalista pezzo per pezzo rivelandone il meccanismo perverso che è riuscito a fare dei suoi punti deboli i suoi lunti di forza: noi stessi.

CHEYENNE BRANDO (1970-1995)

E’ stata figlia dell’attore Marlon Brando. Si è suicidata impiccandosi 25enne nel 1995 a Papeete (Tahiti) col filo del telefono nella sua camera da letto, male oscurata dalla sperimentazione di alcune droghe e ricoveri in ospedali psichiatrici, irrimediabilmente disastrata dalla morte del fidanzato Dag Drollet, ucciso con un colpa di pistola dal fratellastro Christian Brando nel 1990 (conseguentemente incarcerato per 10 anni), e dall’essere stata privata della custodia del figlio Tuki cinquenne affidato alla nonna Tarita Terripaia.
Sofferente di depressione cronica, Cheyenne ha tentato almeno cinque volte di togliersi la vita, precedentemente. In un’ occasione ha tentato di impiccarsi ad un albero, usando un guinzaglio per cani, ma è stata soccorsa in tempo